Sergio Colombo - Varese 1929-2014
E' stato allievo di Giuseppe Talamoni
Dal 1948 è stato socio del Circolo degli Artisti di Varese
Sono più di 250 le sue presenze a mostre personali e collettive



Per informazioni: info@sergiocolombo.it

(...) Scaturita da una visione cromatica densa di pensiero e realizzata con una tecnica larga e sintetica dove non c'è tentennamento e dove predomina il valore degli accostamenti tonali e dei forti contrasti chiaroscurali, la sua pittura, non assomigliando a quella di nessuno e non essendo perciò inquinata dalle molte discutibili e urtanti estrosità di quelle di moda, mantiene integri i suoi pregi e desta sempre un vivo interesse. (Giuseppe Talamoni - 1961)


(...) la sua visione è limpida, anche se qualche volta sommaria, la sua capacità di sintesi è notevole, il suo colore è sempre trasparente e pulito. Un gusto avvertito lo ha portato a scegliere una strada più prossima all'immediatezza di visione ch'è nella sua natura, che non alla elaborata indagine interiore e alla ricerca di tecniche nuove o complesse. Spesso la sua "semplificazione" raggiunge la semplicità, che è traguardo alto in pittura, e i suoi paesaggi rimangono bloccati in una luce dorata che li costruisce e li incide nel ricordo (Luciano Gallina - 1961)


Non cercate il "soggetto" nelle opere di Sergio Colombo. Per lui come per tutti i veri pittori, il "soggetto" non esiste; o almeno è un punto di partenza, un riferimento. Il resto, tutto il resto, nasce durante la composizione del quadro, nel momento in cui l'ispirazione diventa materia. (...) Non esiste il soggetto, ripetiamo, esiste il risultato; ed è un risultato suggestivo, che interessa il critico, ma deve interessare anche il collezionista, perché di pittori che parlano al pubblico con un linguaggio preciso, severo, inconfondibile, oggi ce ne sono pochissimi. Ci sono nudi che sfidano la convenzione (o se volete la tradizione). Sono originali e sono aggressivi. Sono bellissimi. E c'è un interno di chiesa romanica che evoca, con cadenza quasi musicale, tutto un mondo di preghiera e d'armonia. Guardate anche gli interni, i fiori "reinterpretati", le cave di porfido. Vi danno l'immagine di un artista che inventa ogni giorno squisite emozioni, d'un pittore che merita un'attenta e affettuosa considerazione. (Ignazio Mormino - 1976)


(...) E' riuscito subito a farsi notare in modo deciso, con una pittura espressionista di notevole effetto e ricca di pregi che balzano immediatamente con caratteri personali e con una robustezza spesso singolare, data dalla decisione del gesto pittorico, dalla solidità della materia e dal tono dei colori. (Dino Villani - 1977)


(...) Tanti anni di esperienza e di affermazioni hanno ovviamente inciso sulla sua personalità artistica tanto che oggi, raggiunta la maturità, di lui e della sua pittura si può tracciare un profilo preciso. Anzitutto sarà bene premettere che Sergio Colombo è un pittore della specie "anticonformista" nel senso che col passare degli anni si è costruito un linguaggio pittorico che è tutto suo e che si stacca nettamente dalle forme espressive oggi comuni alla maggioranza dei pittori. (...) Grazie a una tavolozza ricca e quasi sempre trattata con pennellata larga e incisiva, il Colombo riesce a creare i suoi paesaggi, le sue figure, le sue composizioni costituite da una massa di colori nella sinfonia di altrettanti colori. Questo è l'"anticonformismo" del pittore al quale non si deve chiedere il bel quadretto scolastico o tradizionale, ma una esplosione di colori e di tocchi che definiscono il soggetto. (Nino Miglierina - 1983)


A Sergio Colombo non mancano i connotati pittorici per essere considerato facente parte di quella grande schiera di pittori che s'interessano di documentare non solo paesaggi e fatti della terra ove sono nati, ma un loro stato d'animo in difesa delle tradizioni plastiche lombarde, nelle quali c'entrano assonanze manzoniane e romantiche. L'anedottica c'entra nella misura lecita al sentimento con il quale Colombo ferma l'immagine, come se fosse un appunto di ricordo e una esigenza di documentaziione storica. A volte questi soggetti vivono quanto più l'apporto plastico li coinvolge ad un apporfondimento imprevedibile e di nuovi aspetti. (Remo Brindisi - 1985)


Nella pittura, inesorabile è la contesa tra colore e forma. Quando si afferma sulla tela l'esplosione dei cromatismi, non più scelti solo a completamento del disegno, nuove possibilità espressive si aprono. Bruciano i contorni per tradurre sentimenti forti; la luce - una luce fortissima, quasi drammatica - annulla le ombre. La pennellata si spezza; urge lo slancio pittorico. Il colore-materia è l'essenza vera del divenire emozionale. (...) (Fabrizia Buzio Negri - 1991)


(...) Ma è sempre il colore a farsi segno, linea; il gesto nervoso, libero da mediazioni celebrali e da freni inibitori, sbatte con forza e foga espressiva quel colore che diventa volume e provocazione ottica e morale. I nudi acquistano un deciso tratto sintetico e i particolari si dissolvono in una rappresentazione emotiva forte ed energica, che non lascia spazio a nostalgie romantiche. Dominante è la figura umana, greve, scolpita quasi, incisa brutalmente, tridimensionale: e la tela è rabbia, lotta, sofferenza, abbattimento e, alla fine, stanca solitudine. (Luciana Schiroli - 1995)